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Domenica delle Palme, 24 Marzo 2013
Un evento inconsueto, una visita guidata diversa dalle altre, unica nel suo genere, è quel che l’Associazione Culturale PIETRE VIVE Cattedrale Monopoli ha voluto offrire al pubblico nella serata della Domenica delle Palme, 24 Marzo 2013.
Come ci ha detto una partecipante alla serata, “una perfetta combinazione tra storia, arte e religione” è stato l’ingrediente fondamentale di questa visita guidata. Partendo dalla spiegazione delle opere d’arte custodite nel museo “Cripta Romanica”, la nostra guida Fabiola Locoselli ha sapientemente presentato al pubblico non solo la descrizione dei reperti, bensì anche le numerose curiosità ad essi relative e, di tanto in tanto, la sua spiegazione è stata intervallata da letture della nostra “profeta” Mina Colavitto, che ha letto quei passi della Bibbia, tratti dall’Antico Testamento, che, appunto, profetizzarono la venuta di Cristo e quello che sarebbe accaduto in seguito; Pasquale Topputi ha narrato i fatti accaduti, leggendo quei passi del Vangelo relativi alla passione, morte e resurrezione di Gesù. Non potevano mancare, inoltre, momenti di meditazione sul tema, per questo Giovanni Brescia si è seduto a leggere poesie e riflessioni di autori famosi, come Mario Luzi, Paul Claudel e don Tonino Bello e, infine, Claudia Giannoccaro, nascosta tra il pubblico, ha offerto riflessioni scritte dagli stessi soci di PIETRE VIVE.
Scopo della serata è stato innanzitutto regalare al pubblico una prospettiva inconsueta del museo che abbiamo l’onore di gestire, ma è stato anche un momento di riflessione sia sui simboli dell’arte sacra, sia sulle vicende degli ultimi attimi della vita di Cristo, senza fermarci alla semplice storia, alla rievocazione di tali momenti, ma abbiamo voluto trarre noi stessi un messaggio, un insegnamento, e lo abbiamo offerto a chi ha avuto il piacere di partecipare.
Spesso ci chiediamo in cosa consista il vero amore e poi basta che ci fermiamo un attimo a riflettere e ad osservare anche solo una piccola opera d’arte e otteniamo subito la risposta: un capitello raffigurante un pellicano che si squarcia il petto per sfamare i propri piccoli, divenuto il simbolo per eccellenza dell’eucarestia, del sacrificio di Cristo, ci ricorda che l’amore vero è il sacrificio, il dono totale di sé. Quel dono che Gesù fece offrendo pane (il suo corpo) e vino (il suo sangue) nell’ultima cena, di cui abbiamo una magnifica rappresentazione artistica nella tela di Francesco De Mura, presente nella nostra Basilica Cattedrale. Grazie a due statue, solitamente non esposte al pubblico (poiché necessitano di restauro), abbiamo ricordato, inoltre, quei momenti così dolorosi della preghiera nel Getsemani e della Flagellazione di Cristo: tante volte il dolore ci abbatte a tal punto da toglierci il sorriso, così come era triste Gesù nell’orto degli ulivi, ma si fece forza con la preghiera e decise di salvare l’umanità e di sacrificarsi, perché l’amava, nonostante i tradimenti. Il figlio di Dio che muore in croce ci ricorda, soprattutto, che l’uomo, accecato dall’odio, è in grado di commettere orrori che provocano solo morte e disperazione, invece Gesù ci insegna a perdonare coloro che “ci crocifiggono”, poiché Lui, con il Suo amore, ci è riuscito.
La statua della Madonna Addolorata, dagli abiti in stile fiammingo e dai capelli umani (dono di un ex voto), ci ha aiutato a comprendere il profondo dolore provato dalla madre di Gesù nel vederlo in croce, ma sappiamo che anch’ella ha saputo accettare con amore il compimento delle profezie, per il bene di tutti. L’ultima tappa sulla via per la salvezza, infine, è stata sotto il meraviglioso architrave risalente al XII secolo, raffigurante, appunto, il tema della salvezza: l’episodio dell’Anastasis, della deposizione dalla croce e della resurrezione. A conclusione dell’evento, il presidente Francesco Latorre ha ringraziato tutti i partecipanti e i soci che si sono occupati dei preparativi e ha lasciato la parola al presidente onorario dell’associazione, Mons. Don Vincenzo Muolo, rettore della Basilica Cattedrale e, dunque, il “padrone di casa” del museo, che ha indirizzato dolci parole di apprezzamento per la serata e per l’operato della nostra associazione e ha sottolineato l’importanza dell’unirsi per meditare insieme e nel silenzio, un silenzio che ascolta l’amore di Dio per l’uomo.
L’arte, dunque, ci ha aiutato a vivere in modo inconsueto quella storia che da duemila anni affascina credenti e non credenti e che trasmette a tutti il messaggio che l’amore vero sa essere molto forte, tanto da sconfiggere la morte, il dolore, la disperazione. Il messaggio più importante è certamente racchiuso nelle ultime due riflessioni di don Tonino Bello: la sofferenza, la croce di ognuno fa soffrire tanto, ma è provvisoria, dunque dobbiamo farci coraggio, poichè tutte le croci sono provvisorie, alla fine giunge sempre la resurrezione che vince la morte, il dolore e la sofferenza con l’amore.
Come dice don Tonino, ci auguriamo che la “Pasqua allora, sia per tutti il rotolare del macigno, la fine degli incubi, l'inizio della luce, la primavera di rapporti nuovi e se ognuno di noi, uscito dal suo sepolcro, si adopererà per rimuovere il macigno del sepolcro accanto, si ripeterà finalmente il miracolo che contrassegnò la resurrezione di Cristo.” Con questa bella citazione, l’Associazione Culturale PIETRE VIVE Cattedrale Monopoli ha concluso il suo percorso “sulla via per la salvezza” e augura a tutti una BUONA PASQUA!
PIETRE VIVE
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